Il latte materno
L’allattamento al seno, il miglior inizio per il neonato
Il latte materno è l'alimento più antico e naturale dell'uomo, è l’alimento naturale per i bambini, l’unico che permetta di raggiungere il massimo potenziale biologico.
Il latte materno fornisce infatti tutte le sostanze nutritive per crescere: acqua, proteine, grassi, zuccheri, sali minerali e fermenti digestivi. Sostanze presenti nella giusta concentrazione che si adattano ogni giorno ai bisogni nutrizionali del bambino.
Inoltre, il latte materno protegge da malattie infettive e allergiche; favorisce lo sviluppo comportamentale e previene il rischio di obesità e ipertensione in età adulta. Offre quindi molti vantaggi per il bambino in termini di salute, crescita e sviluppo psicologico.
Ecco un elenco di vantaggi ormai condivisi a livello internazionale riguardo l’allattamento al seno:
- riduce l’incidenza e la durata delle gastroenteriti
- protegge dalle infezioni respiratorie
- riduce il rischio di sviluppare allergie
- migliora la vista e lo sviluppo psicomotorio
- migliora lo sviluppo intestinale e riduce il rischio di occlusioni
Vantaggi anche per la mamma
L'allattamento al seno fa bene anche alla mamma: in primis facilita il profondo legame affettivo tra madre e figlio. Basti pensare che, come ci racconta in un’intervista la Dott.ssa Francesca Turchi, Psicologa e Psicoterapeuta della famiglia, il cibo non è solo nutriente ma è come un “canale comunicativo”: i ritmi della suzione e del respiro del neonato sono sovrapponibili ai ritmi di comunicazione tra la madre ed il bambino. Il momento della poppata è dunque un momento di grande intimità, di relazione profonda, di reciproco apprendimento e perciò un importante indicatore della relazione madre-bambino. Si tratta, dunque, di un apprendimento reciproco, di una conoscenza che inizia a costruire e definire la relazione e lo stile comunicativo. Queste sono le condizioni di base per costruire non solo l'inizio di una buona alimentazione, ma una buona relazione ed una buona comunicazione in generale.
Per quanto riguarda l’aspetto fisiologico, l’allattamento al seno stimola la naturale contrazione dell’utero riducendo il naturale sanguinamento post partum e consentendo all’utero di tornare alle dimensioni normali più velocemente. Inoltre, favorisce la perdita di peso e il recupero della forma fisica senza la necessità di ricorrere a diete dimagranti. Alcuni studi, inoltre, hanno ipotizzato che l’allattamento al seno riduce il rischio di osteoporosi dopo la menopausa e contribuisce anche a ridurre il rischio di cancro al seno e all’ovaio.
E’ pratico ed economico, non ci sono costi di preparazione ma è sempre disponibile e alla giusta temperatura ed è facilmente digeribile perché varia adattandosi per rispondere ai bisogni di ogni bambino. Il latte materno non ha mai la stessa composizione nel tempo e la stessa consistenza durante il corso della poppata. Per meglio adeguarsi alle necessità di crescita del neonato, infatti, nel tempo modifica la sua formula, rendendola unica e inimitabile.
Dopo i primi 3 giorni il latte da colostro cambia composizione (latte di transizione) fino alla sua composizione definitiva (latte definitivo) che avverrà entro qualche settimana. Il colostro è il primo latte, giallo, ricco e molto denso. Il latte di transizione è più acquoso e di colore biancastro ed offre al piccolo in modo equilibrato e graduale tutto il nutrimento di cui ha bisogno e non c’è bisogno di altri alimenti o bevande fino a sei mesi compiuti.
Vediamo adesso alcune domande chiave a cui ha risposto il Dott. Claudio Paganotti, specialista in Ostetricia e Ginecologia.
Quando iniziare e quando terminare l'allattamento al seno?
Il momento migliore per iniziare a allattare sono le prime ore dopo la nascita, in ogni modo è possibile provare in seguito. L'Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda che il bambino sia nutrito, esclusivamente al seno, nei primi sei mesi di vita. Dai 6 mesi di vita vanno aggiunti cibi solidi.
Quante volte allattare al seno?
È preferibile allattare il neonato ogni volta che lo richiede, in particolare quando mostra segni di fame: quando ad esempio muove la testa da un lato e dall'altro, succhia il pugno o le mani, apre la bocca e sporge la lingua. In genere è consigliabile proporre 5-8 pasti nelle 24 ore, più spesso nei neonati di basso peso.
Quanto dura una poppata?
È bene attaccare il neonato, ad entrambi i seni, cercando di non superare i 10-15 minuti per pasto. Alla poppata successiva, scambiare il seno di inizio poppata. Come capire se il neonato mangia a sufficienza
Se il neonato cresce bene vuol dire che assume abbastanza latte. Si considera normale un aumento di peso corporeo di circa 150-250 grammi alla settimana, nei primi 3 mesi di vita. Per valutare la crescita basta pesarlo una volta alla settimana, nudo, a digiuno e con la stessa bilancia. Se il neonato cresce poco è necessario ricorrere alla doppia pesata, cioè pesare il neonato vestito, prima e subito dopo la poppata, senza cambiarlo, per verificare la quantità di latte materno assunto ed eventualmente completare il pasto con l'aggiunta di latte artificiale.
Quando non si può allattare al seno?
Le controindicazioni all'allattamento al seno sono rare. Quelle materne sono alcune infezioni virali (HIV, tubercolosi), la tossicodipendenza, l'alcolismo, il tumore al seno in fase di trattamento o l'assunzione di alcuni farmaci. L'unica controindicazione legata al neonato è la galattosemia, rara malattia ereditaria, in cui il latte materno "non fa bene" al neonato.
Possiamo concludere che l’allattamento al seno, aiutando il piccolo a crescere e svilupparsi in modo fisiologico, è ‘un investimento per tutta la vita’ come dice, appunto, lo slogan del Ministero della Salute.
Campagna "Allattare al seno - un investimento per la vita" - 2016
E’ possibile consultare 6 video tutorial linkati sul sito del Ministero, per consigli e indicazione su alcuni hot topics, ad esempio “per allattare serve una dieta speciale?”
Per consigli e informazioni utili sul tema dell’alimentazione durante l’allattamento, continua a leggere il mio blog!